Nuova puntata sulla diatriba relativa agli store alternativi. Apple, nonostante le recenti modifiche al DMA (Digital Markets Act) europeo, non avrebbe “giocato” pulito secondo due grandi aziende.
Stiamo ovviamente parlando di Epic Games e Spotify. Che tra le rispettive aziende non corra buon sangue è cosa ormai nota, ma quello a cui stiamo assistendo inizia a prendere i contorni di una vera e propria serie tv.
Andiamo con ordine. Nelle ultime ore Apple ha apportato sostanziali modifiche al suo piano di conformitĂ inerenti le regole del DMA europeo.
Ora gli sviluppatori possono indirizzare gli utenti verso opzioni di acquisto alternative rispetto il canonico App Store Apple. Gli acquisti riguardano contenuti in-app come abbonamenti o similari.
Cosa ancor piĂ¹ importante, il tutto avverrĂ senza nessuna restrizione o controllo sulla messaggistica ai clienti. Tutto bene no?
Neanche per sogno! Poco dopo che Apple ha annunciato i suoi nuovi termini, il CEO di Epic Games Tim Sweeney è andato sui social media e ha definito le modifiche di Apple “una nuova commissione spazzatura illegale del 15%”.
Ha ulteriormente rincarato la dose aggiungendo che è “completamente antieconomico per gli sviluppatori distribuire le loro app sia tramite l’App Store di Apple che tramite gli app store iOS concorrenti”
In the European Union where the new DMA law opens up app store competition, Apple continues its malicious compliance by imposing an illegal new 15% junk fee on users migrating to competing stores and monitor commerce on these competing stores.https://t.co/YUYwsnrh32 pic.twitter.com/xAWGkOWPrH
— Tim Sweeney (@TimSweeneyEpic) August 8, 2024
A distendere ulteriormente i toni ci pensa anche Spotify che con una dichiarazione ai colleghi di TechCrunch afferma che le nuove modifiche sono “deliberatamente confuse”, ma “a prima vista”, Apple continua a “ignorare palesemente” i requisiti del DMA.
Tralasciando le varie percentuali e le ragioni, ma anche i torti, di ognuna delle parti in causa, quello che emerge è che la situazione deve essere definitivamente regolamentata.
Il problema è che oltre a fare multe dovrebbe essere proprio la commissione europea a dettare leggi chiare e definitive, cosa che a quanto sembra non è propriamente semplice.
Vedremo mai la fine di questa storia? Non lo sappiamo, ma siamo piĂ¹ che certi che a rimetterci saremo ancora una volta noi semplici utenti.
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