La Commissione Europea pare si sia svegliata e si sia resa conto che al mondo non esiste solo Apple, ma anche altre aziende, ed ha chiesto a YouTube, Snapchat e TikTok di fornire dettagli sul funzionamento dei loro algoritmi di raccomandazione dei contenuti, e su come questi sistemi possano contribuire ad alcuni rischi diffusi, come quelli relativi alle elezioni, alla salute mentale e alla tutela dei minori.
La richiesta è stata fatta nell’ambito del Digital Services Act (DSA), un regolamento europeo adottato nel 2022 che affronta temi come contenuti illegali, pubblicità trasparente e disinformazione.
Il DSA impone alle piattaforme di valutare e affrontare efficacemente i rischi associati ai loro algoritmi di raccomandazione, come l’impatto sulla salute mentale degli utenti e la diffusione di contenuti dannosi spinti da design basati sull’engagement. YouTube e Snapchat sono state invitate a fornire informazioni specifiche sui fattori che i loro algoritmi utilizzano per suggerire contenuti agli utenti, e sul loro ruolo nell’intensificare particolari rischi sistemici. Questi includono rischi legati alle elezioni, al discorso civico, al benessere mentale e alla sicurezza dei minori.
L’indagine si estende anche alle azioni delle piattaforme per limitare il ruolo di questi sistemi nella promozione di contenuti illegali, come materiale relativo alla droga e incitamento all’odio. A TikTok è stato chiesto di chiarire le misure adottate per impedire a malintenzionati di manipolare la piattaforma e per mitigare i rischi relativi a elezioni, pluralismo dei media e discorso pubblico, che possono essere amplificati dai suoi sistemi di raccomandazione.
YouTube, Snapchat e TikTok devono presentare le informazioni richieste entro il 15 novembre. Dopo aver esaminato le loro risposte, la Commissione deciderà le azioni da intraprendere, che potrebbero includere l’apertura formale di procedimenti ai sensi di un determinato articolo del DSA. Il DSA prevede che la Commissione possa imporre multe per la fornitura di informazioni errate, incomplete o fuorvianti in risposta alle richieste di informazioni. La mancata risposta può portare a una decisione formale della Commissione, e il mancato rispetto della scadenza può comportare il pagamento di sanzioni ricorrenti.
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