La dura vita di Apple in Europa

La dura vita di Apple in Europa

Ormai pare non si parli di altro, ed Apple sta affrontando davvero un durissimo periodo per quanto riguarda il mercato europeo. Dall’obbligo del DMA di permettere il sideloading delle app, alla rimozione delle web app, per poi reintrodurle, ora ci si mettono anche di traverso aziende e l’Unione Europea stessa.

Le modifiche che Apple sta introducendo per adeguarsi, infatti, non sono state accolte favorevolmente da molti sviluppatori, tra cui Spotify e altre 34 aziende, che hanno espresso il loro malcontento in una lettera inviata alla Commissione Europea, denunciando quello che considerano un mancato rispetto da parte di Apple degli obblighi previsti dal DMA.

Le aziende firmatarie, operanti in vari settori tra cui l’aviazione, l’editoria, il gaming, lo streaming, i pagamenti e il mercato delle criptovalute, sostengono che le proposte di Apple non solo trascurano lo spirito e gli obiettivi della legge, ma rischiano di rendere vani gli sforzi compiuti dalla Commissione Europea e dalle istituzioni dell’UE per garantire la competitività dei mercati digitali.

Tra le principali critiche mosse a Apple vi è l’introduzione di un nuovo “Canone per le Tecnologie Fondamentali” per gli sviluppatori che distribuiscono le proprie app seguendo il nuovo modello proposto, una scelta che secondo gli autori della lettera limiterebbe significativamente la capacità degli sviluppatori di sfruttare i vantaggi offerti dal DMA. Inoltre, l’Unione Europea starebbe valutando di imporre ad Apple una sanzione di 500 milioni di dollari per le politiche ritenute anticoncorrenziali applicate all’interno dell’App Store, in particolare per quanto riguarda i servizi di streaming musicale, seguendo una denuncia iniziata da Spotify nel 2013.

La questione centrale riguarda le cosiddette “regole anti-indirizzamento” di Apple, che impediscono ai servizi di streaming di indirizzare gli utenti verso metodi di pagamento esterni all’ecosistema dell’App Store, una pratica che potrebbe essere rivista a seguito della decisione della Commissione Europea.

Tempi duri per Apple, insomma.

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