In seguito al periodo dei lockdown per covid, e alle susseguenti proteste avvenute alla Foxconn nel 2022, la dirigenza di Apple ha cercato di trovare soluzioni di automazione per l’assemblaggio degli iPhone.
Sebbene sia riuscita nell’intendo in una certa misura, ad esempio con alcune parti di iPhone 15, questo processo è stato tutt’altro che facile, con una percentuale di difetti che supera di gran lunga i desideri dell’azienda.
Pare infatti che per la produzione di iPhone 16 molte di queste automazioni siano ritornate in mano agli operai, per via delle difficoltà che l’assemblaggio di un iPhone richiede, soprattutto per quanto riguarda piccole parti come i pulsanti fisici dello smartphone che vanno messi in sicurezza con viti posizionate in maniera molto difficile da replicare per un macchinario, dato che hanno angolazioni particolari in cui essere avvitate.
Apple comunque pare non arrendersi e vuole continuare ad investire su macchinari sempre più complessi, che le permetterebbero anche di spostare la produzione dalla Cina verso altri paesi.
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