Da ieri è entrato in vigore un nuovo accordo a livello mondiale che avrà un impatto significativo su come vengono gestiti i guadagni ottenuti tramite app come ad esempio eBay e Airbnb.
Questo accordo coinvolge diverse applicazioni che permettono ai privati cittadini di guadagnare denaro, sia vendendo oggetti non più desiderati sia affittando la propria casa durante le vacanze. Tuttavia, le regole fiscali relative a questi guadagni possono essere complesse e possono variare da paese a paese.
In molti casi è possibile rivendere oggetti acquistati per uso personale senza incorrere in obblighi fiscali, ma esistono limiti oltre i quali questi guadagni sono considerati come attività commerciale e diventano tassabili. Allo stesso modo, è possibile affittare la propria casa o una stanza per un certo periodo o fino a un certo importo senza pagare tasse, ma oltre questi limiti, il reddito diventa per l’appunto tassabile.
Per affrontare i problemi legati alla non corretta applicazione e conoscenza delle implicazioni fiscali dei guadagni generati dalle app o alla mancata dichiarazione intenzionale di tali redditi, i 38 membri dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) hanno aderito a un nuovo accordo.
Secondo questo accordo, i proprietari delle app condivideranno automaticamente i guadagni degli utenti con le autorità fiscali del loro paese. I membri dell’OCSE includono Stati Uniti, Regno Unito, Austria, Australia, Belgio, Canada, Cile, Colombia, Costa Rica, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Islanda, Irlanda, Israele, Italia, Giappone, Corea, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Messico, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Norvegia, Polonia, Portogallo, Repubblica Slovacca, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera e Turchia.
Questo accordo rappresenta un importante passo avanti nel garantire che i guadagni generati tramite queste app siano adeguatamente monitorati e tassati, contribuendo ad una maggiore trasparenza fiscale.
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