Interessantissima statistica quella che arriva oggi dai colleghi di MacRumors. Secondo questa ricerca, condotta dalla multinazionale Piper Sandler, l’85% degli adolescenti americani possiede un iPhone.
Il dato conferma l’enorme popolarità tra gli adolescenti, anche se leggermente in calo rispetto al dato di ottobre 2023 dove il gradimento si attestava intorno all’87%.
Questo dato sorprende ancor più se confrontato con le intenzioni di acquisto. Anche in questo caso l’interesse rimane piuttosto alto rimanendo vicino ai livelli massimi del 2021.
Non tutta la popolarità viene a fin di bene però. Proprio il fatto che iPhone sia estremamente popolare tra i giovani, è una delle accuse che il dipartimento di giustizia statunitense muove nei confronti della casa californiana.
La popolarità creerebbe una sorta di “esclusione sociale” che spingerebbe i giovani che non utilizzano iPhone a compensare questa mancanza, onde evitare di sentirsi emarginati dal resto del “gruppo”.
I risultati dell’indagine di mercato proseguono confermando un altro dato molto interessante. Il 34% degli adolescenti usa Apple Watch. Un risultato che potrebbe lasciare il tempo che trova se non fosse che solo il 39,4% di essi utilizza uno smartwatch.
Secondo gli adolescenti americani Apple Watch è il primo brand di orologeria. Giusto per farvi capire… Rolex e Casio sono rispettivamente secondi e terzi.
Ma se lato hardware ci sono solo “grandi sorrisi”, lato servizi le cose cambiano. Gli adolescenti americani adorano letteralmente Spotify. Quasi 2 utenti su 3 scelgono Spotify rispetto Apple Music (o altro). In sostanza poco più del 30% degli intervistati utilizza il servizio di streaming musicale di Apple.
Ancor peggio vanno le cose se prendiamo in considerazione AppleTV+. Qui la percentuale di copertura arriva al 5% con moltissima fatica. Gli adolescenti preferiscono Netflix o YouTube.
Decisamente buona la percentuale di utilizzo di Apple Pay. Il 44% degli intervistati lo utilizza con una certa regolarità.
Arrivati a questo punto del nostro articolo una domanda nasce spontanea. Secondo voi, oggigiorno, se facessimo una ricerca del genere nel nostro paese i risultati sarebbero gli stessi?
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