Google ha presentato ricorso contro la sentenza del tribunale distrettuale nel caso Epic, chiedendo alla Corte d’Appello del 9° Circuito di “sospendere le modifiche proposte ad Android e Google Play” fino alla conclusione del processo legale. In sostanza, Google non è d’accordo con la decisione del giudice che le impone di consentire agli sviluppatori di utilizzare sistemi di pagamento alternativi al suo Google Play Billing e di informare gli utenti sulla possibilità di scaricare app da store di terze parti.
Google sostiene che la sentenza del tribunale distrettuale sia basata su errori legali e che l’ingiunzione costringerebbe l’azienda a diventare una sorta di “pianificatore centrale” per l’ecosistema Android, con il rischio di compromettere la sicurezza e l’affidabilità del sistema operativo. Nel ricorso si fa riferimento anche al caso Crowdstrike di qualche settimana fa, come esempio dei problemi che possono derivare da cambiamenti troppo rapidi.
Un altro punto sollevato da Google riguarda il fatto che Apple, che obbliga tutti gli sviluppatori a distribuire le proprie app tramite l’App Store, non sia stata considerata monopolista, mentre Google, che ha progettato Android per consentire l’installazione di store alternativi, sia stata condannata per monopolizzazione.
Ricordiamo che il caso Epic contro Apple si è concluso con la vittoria di Apple, anche se l’azienda di Cupertino è stata comunque obbligata a consentire agli sviluppatori di inserire link a sistemi di pagamento alternativi. Google ha pubblicato un documento di 41 pagine con i dettagli del ricorso e una scheda informativa sul caso. Dal ricorso emerge anche che ci sono oltre 100 milioni di utenti Android negli Stati Uniti e oltre 500.000 sviluppatori americani.
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