Il caso Honey: un plugin di Chrome da disinstallare immediatamente

Il caso Honey: un plugin di Chrome da disinstallare immediatamente

Honey, l’estensione browser per Chrome (e non solo) che promette di cercare sconti online, è finita nell’occhio del ciclone non solo per la gestione dei dati personali, ma anche per il suo impatto sui guadagni dei creator. Mentre milioni di utenti la utilizzano pensando di risparmiare sugli acquisti, sono emerse accuse che mettono in discussione l’etica dell’azienda e il suo rapporto con la community online.

Il problema riguarda i “referral link”, ovvero quei link speciali che permettono ai creator di guadagnare una commissione quando gli utenti acquistano prodotti o servizi tramite essi. Secondo diverse segnalazioni, Honey interferirebbe con questi link, “rubando” di fatto le commissioni che spetterebbero ai creator. In pratica, quando un utente clicca su un referral link e poi utilizza Honey per trovare coupon, l’estensione si attribuisce il merito dell’acquisto, privando il creator della sua giusta ricompensa. Oltre ciò, è stato scoperto anche che i coupon vengono manipolati in maniera tale da non essere sempre i migliori presenti in rete, anzi, vengono spinti quelli generati all’interno della piattaforma stessa, che spesso non sono i più convenienti.

Questa pratica, oltre ad essere considerata sleale, danneggia l’intero ecosistema dei referral online, basato sulla collaborazione e la condivisione. Molti creator, soprattutto i più piccoli, si affidano ai referral link per sostenere la propria attività e la perdita di guadagni può avere un impatto importante sul loro lavoro. La controversia ha sollevato un’ondata di indignazione nella community online, con molti utenti che hanno deciso di disinstallare l’estensione in segno di protesta.

Ad alimentare ulteriormente la polemica, il popolare canale YouTube LegalEagle, gestito dall’avvocato Devin Stone, ha annunciato una class action contro Honey.

Stone accusa l’azienda di aver violato la fiducia degli utenti, non solo raccogliendo dati in modo poco trasparente, ma anche interferendo con i referral link e danneggiando i creator.

La causa legale solleva molte domande sull’etica delle estensioni browser e sul loro impatto sull’ecosistema online. Resta da vedere come Honey risponderà a queste accuse e quali saranno le conseguenze di questa battaglia legale, dato che l’azienda, a distanza di un mese, non ha ancora rilasciato dichiarazioni.

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