La prima beta di iOS 17 non include il sideload, ma le cose potrebbero cambiare

Apple ha rilasciato la sua prima beta per sviluppatori di iOS 17 all’inizio della scorsa settimana e sebbene includa alcune nuove funzionalità, una mancanza notevole è l’opzione per il sideloading delle app, ossia la capacità di installare app da fonti diverse dall’App Store, una possibilità che l’azienda ha storicamente evitato di concedere.

Tuttavia, in una recente intervista, Craig Federighi, Senior Vice President of Software Engineering di Apple, ha suggerito che Apple potrebbe conformarsi alle nuove normative UE che potrebbero costringere l’azienda a consentire il sideloading. Se approvata, la Digital Markets Act dell’UE imporrebbe a società come Apple di consentire agli utenti di installare software al di fuori dei rispettivi app store.

Nell’intervista, Federighi ha espresso preoccupazioni riguardo le potenziali implicazioni sulla sicurezza del sideloading, sostenendo che potrebbe esporre gli utenti a maggiori rischi. Ha detto: “In Apple, parte del nostro lavoro è fornire una piattaforma sicura e affidabile per i nostri utenti. Se fossimo costretti a consentire il sideloading, vorremmo farlo in un modo che mantiene la sicurezza e la privacy degli utenti”.

Tuttavia, ha aggiunto: “Se arriverà il momento e saremo obbligati per legge in alcune regioni a implementarlo, ci assicureremo di farlo in un modo che protegga i nostri utenti”.

Vale la pena notare che la possibilità di sideloading delle app è una funzionalità già comune su altre piattaforme come Android. Tuttavia, Apple ha sempre sostenuto che il suo approccio chiuso alle app – consentendo solo le app dall’App Store – è una parte fondamentale del suo modello di sicurezza.

Quindi, anche se iOS 17 attualmente non supporta il sideloading, le cose potrebbero cambiare in futuro a causa delle pressioni normative, in particolare da parte dell’UE. Sicuramente è chiaro che se Apple dovesse implementare il sideloading, cercherà di farlo in modo da non compromettere la sicurezza e la privacy degli utenti, e tenderà a nascondere la funzione il più possibile all’utente meno smaliziato.