Quando c’è un evento così grosso, normalmente ci dedichiamo a fare un report dei prodotti presentati, e non mancheremo di farlo anche questa volta.
Lo faremo però in maniera limitata, per due motivi: il primo è che se volete sapere di più sui prodotti presentati, ci sono pagine e pagine dedicate sui siti ufficiali in cui vengono decantate le lodi di ogni singolo loro aspetto, ed il secondo, ben più importante, è che questo tipo di eventi ormai sono poco hardware e molto software, e noi vogliamo concentrarci proprio su quello, dandovi le nostre opinioni personali piuttosto che elencando solo cosa è stato presentato.
Togliamoci quindi di mezzo fin da subito i terminali, shall we?
Pixel 9, Pixel 9 Pro e Pixel 9 Pro XL
Google ha presentato, come previsto, la nuova lineup di Pixel 9, caratterizzata da un design rinnovato e da un’offerta più ampia che mai. La serie include il modello standard Pixel 9, il Pixel 9 Pro XL e la novità assoluta: il Pixel 9 Pro. Quest’ultimo, pur essendo più compatto, eredita tutte le funzionalità avanzate del modello Pro XL, diventando di fatto il nuovo flagship di Google.
Il design dei nuovi Pixel è stato rivisitato, presentando un aspetto più moderno e squadrato rispetto alle generazioni precedenti. Il telaio, il display e il retro sono ora piatti, mentre gli angoli sono leggermente curvati, il che dovrebbe fornire una maggiore resistenza. Il modulo fotografico è stato ridisegnato, posizionato centralmente in un’isola ovale (molto) sporgente.
I bordi del display sono più sottili e uniformi, contribuendo così a un look più raffinato. Inoltre, è stato introdotto un nuovo sensore di impronte digitali ultrasonico, più preciso e veloce rispetto al passato, che è poi risultato essere lo stesso montato sui Galaxy S24 Ultra, quindi non ci lamentiamo, dato che sono tra i migliori sul mercato.
Sotto la scocca, la serie Pixel 9 è alimentata dal chipset Tensor G4, progettato direttamente da Google, come ormai da tradizione. Questo chip offre prestazioni migliorate, come una navigazione web e un avvio delle app più veloci, e una maggiore efficienza energetica, promettendo una durata della batteria più lunga.
Il Tensor G4 è il primo processore a supportare Gemini Nano con multi-modalità, che consentirà ai Pixel 9 di comprendere non solo il testo, ma anche immagini, audio e parlato. Inoltre, la RAM è stata aumentata: il modello standard ora dispone di 12 GB, mentre i modelli Pro hanno ben 16 GB a bordo. Una parte significativa di questa RAM è dedicata alle funzioni di intelligenza artificiale integrate nei dispositivi.
Pixel 9 Pro Fold
Il Pixel 9 Pro Fold di Google segna un’evoluzione rispetto all’originale Pixel Fold, soprattutto per quanto riguarda il rapporto di forma dei due display. La motivazione dietro questa scelta è la volontà di offrire un’esperienza utente ottimizzata su entrambi gli schermi.
Il Pixel Fold originale si distingueva per il suo display esterno largo e corto, che si apriva in un ampio schermo orizzontale. Questa configurazione, ideale per app tablet e contenuti multimediali, presentava limitazioni nella compatibilità con molte app Android, non sempre ottimizzate per l’orientamento orizzontale.
Il Pixel 9 Pro Fold adotta un approccio diverso, con un display esterno simile a quello dei Pixel 9 e Pixel 9 Pro. Questo non solo migliora la compatibilità con le app, ma rende il dispositivo chiuso praticamente indistinguibile da un normale smartphone, se non per lo spessore. Inoltre, il nuovo design, più sottile e leggero, contribuisce a una migliore esperienza d’uso complessiva.
Il Pixel 9 Pro Fold si presenta quindi come un dispositivo pieghevole più versatile e user-friendly, in grado di soddisfare le esigenze di un pubblico più ampio.
Pixel Watch 3
Google ha anche presentato il nuovo Pixel Watch 3, anch’esso straprevisto dai leak e rumor di questi mesi. Ora disponibile in due dimensioni, 41mm e 45mm, il Pixel Watch 3 offre un display più grande e luminoso, una batteria migliorata e una serie di nuove funzionalità integrate nell’ecosistema Google.
Il design è stato raffinato, con cornici più sottili e una cassa in alluminio riciclato al 100%. Sono disponibili diverse combinazioni di colori per entrambe le dimensioni, garantendo un’ampia scelta di personalizzazione. Il display Actua, con una luminosità massima di 2.000 nit, garantisce una visibilità ottimale anche sotto la luce diretta del sole.
Il Pixel Watch 3 introduce nuove funzioni come le notifiche di Nest Cam e Doorbell, il controllo remoto di Google TV, il controllo della fotocamera Pixel, la visualizzazione delle chiamate in arrivo e la registrazione di memo vocali. Inoltre, offre un’esperienza di corsa migliorata, con piani di allenamento personalizzati, monitoraggio della forma e analisi dettagliate delle prestazioni.
L’integrazione con Fitbit Premium, gratuita per i primi sei mesi, fornisce consigli personalizzati sulla corsa e un riepilogo mattutino delle statistiche di salute e fitness più importanti. Il Pixel Watch 3 è alimentato dal chip Qualcomm SW5100 e dispone di 32 GB di spazio di archiviazione e 2 GB di RAM.
È dotato di numerosi sensori per il monitoraggio della salute e del fitness, tra cui un sensore di frequenza cardiaca ottico, un sensore SpO2, un accelerometro a 3 assi e molti altri.
Grande spazio è stato dato alla funzione “Loss of pulse detection“, che si occupa di chiamare i soccorsi in caso di rilevamento di uno stop del battito cardiaco, situazione in cui il tempismo può fare la differenza tra vita e morte.
Pixel Buds Pro 2
Ottima anche la presentazione dei Pixel Buds Pro 2, auricolari true wireless che promettono un’esperienza sonora nettamente migliorata rispetto al passato. Grazie al nuovissimo chip custom made Tensor A1, offrono una cancellazione attiva del rumore (ANC) due volte più efficace e adattiva all’ambiente circostante.
Il design ergonomico garantisce il massimo comfort, mentre i driver da 11 mm e l’audio spaziale con head tracking assicurano un’esperienza sonora coinvolgente.
La qualità delle chiamate è stata ottimizzata grazie a microfoni beamforming, coperture antivento e intelligenza artificiale. I Pixel Buds Pro 2 supportano la rete Find My Device di Google per essere localizzati in caso di smarrimento e la connettività multipoint per collegarli a più dispositivi.
L’app Pixel Buds offre un equalizzatore personalizzabile e aggiornamenti software. La batteria garantisce fino a 8 ore di ascolto con ANC attivo e fino a 30 ore utilizzando la custodia di ricarica, che supporta anche la ricarica wireless per una maggiore comodità.
AI, AI, e ancora AI
No, non ci siamo fatti male, ma siamo finalmente arrivati al momento in cui abbiamo terminato l’elenco delle novità hardware e possiamo sbizarrirci a parlarvi di quello su cui Google ha puntato durante tutta la conferenza: l’AI.
Ormai quando si parla di Google si parla di Intelligenza Artificiale, e il Google I/O ne è stata riprova.
Questo Made By Google non è stato da meno, anche se, rapportato al settore smartphone, è stato molto più specifico e dedicato alle funzionalità utilizzabili on device, dai Pixel 9, e soprattutto volte alla fotografia.
Si, certo, ci hanno mostrato cose molto fighe, come Call Notes, che registra le chiamate per poi poterne richiamare una trascrizione completa o un sommario, oppure un nuovo pulsante che mette in attesa l’interlocutore con l’assistente che informa l’altra persona di attendere un minuto.
Abbiamo anche visto l’applicazione meteo, esclusiva (temporale? boh!) di Pixel 9, che permette di essere customizzata a piacere e di fare un report personalizzato tramite IA sull’andamento del tempo in base anche ai vostri impegni, che graficamente è risultato tutto sommato molto curata e bella da vedere.
Quando mister riccioletto però ha lasciato il palco, siamo però entrati davvero nel vivo della conferenza, e siamo passati a quello che a noi interessava di più: la fotografia computazionale. Ah scusate, siamo nel 2024… si chiama Intelligenza Artificiale.
Per chi non lo sapesse, infatti, i terminali della serie Pixel sono da sempre i re incontrastati della fotografia mobile. Per quanto i fan di Apple e Samsung possano sbattere i piedi, un Pixel 3 XL (e successivi), ad oggi, fa ancora delle foto superiori a terminali più blasonati e recenti delle suddette case. Si, intendiamo anche migliori di S24 Ultra e iPhone 15 Pro, in determinati casi.
Sebbene i Pixel lascino un po’ a desiderare in quanto ad esperienza utente e ricchezza di funzionalità, rispetto ad esempio ad un S24 Ultra con la One UI (ritenuta da noi la migliore interfaccia mobile presente su Android ad oggi), rimangono, come detto, imbattibili sul fronte fotografico.
Google è stata la prima ad introdurre concetti come HDR Plus, double frame exposure, ma soprattutto tante, tante funzionalità correttive che sarebbero ottenibili solo con un utilizzo di software professionali, vedi magic eraser e magic studio.
Ma Google stavolta si è proprio superata, con due delle funzionalità più belle che in tanti anni di questo settore abbiamo mai visto.
Add Me
Alzi la mano chi, nello scattare una foto di gruppo, si è sentito un po’ come quello che ai falò porta la chitarra e suona tutta la notte mentre gli altri del gruppo fanno i loro begli affari.
Ecco, se anche tu sei un chitarrista, sai come ci si sente a scattare una foto di gruppo e a non essere incluso nella suddetta.
Con Add Me, questa cosa, smetterà di esistere.
Il funzionamento è tanto semplice quanto geniale. Sullo stage, per esempio, è stato mostrato uno scenario con tre persone: scattando la foto, giustamente, il fotografo non era incluso nella foto di gruppo, almeno inizialmente.
Basterà dare lo smartphone ad un’altra persona che, grazie ad un overlay che più o meno permette di mantenere la stessa inquadratura, può scattare una seconda foto con la persona mancante, che poi verrà inserita tramite IA nella foto in questione, il tutto senza neanche dover ricorrere ad un cavalletto (che secondo noi, però, aiuterebbe ulteriormente a compiere il processo).
Fantastica e geniale, questa funzionalità sarà presente solo sui Pixel 9, ma conoscendo Google, potrebbe essere estesa anche quanto meno alla serie 8 Pro.
Magic Studio
Un’altra delle funzionalità che ci hanno letteralmente lasciato a bocca aperta, è stato il potenziamento di Magic Studio. Nell’esempio mostrato, si parte da una foto scattata decisamente male, con l’orizzonte storto, un piede tagliato dall’inquadratura… insomma la classica foto che fa vostra zia e poi pubblica su Facebook senza chiedervi neanche il permesso.
Povero Antonio (nome completamente inventato) che sarà preso in giro per la sua foto storta e scattata male… e invece no, perché la zia ha un Pixel 9.
Con un paio di tap, inizia la magia.
Anzitutto, la foto viene re-inquadrata per bene, con uno zoom out, dopodiché viene raddrizzata e sistemata. Notate come l’IA non solo ha ricreato lo sfondo, ma anche il pezzo mancante delle scarpe dal colore di dubbio gusto di Antonio.
Fin qui tutto nella norma, o meglio, queste cose si possono fare anche con Pixel 8 Pro. La dimostrazione, però, non finisce qui.
Con un tap sul prato, viene automaticamente effettuata una selezione, dopodiché un prompt ci chiede cosa vogliamo farne.
Il presentatore inserisce “Wildflowers” nel campo di testo, ed in pochi secondi compare un prato pieno di fiorellini attorno ad Antonio.
Tralasciando il fatto che già arrivati a questo punto il nostro cervello stava per esplodere, non sapevamo che la presentazione non era ancora finita.
Disegnando un cerchietto nel cielo, infatti, è stato inserito il prompt “Hot air balloon“, ossia una mongolfiera, che è stata prontamente generata nel giro di pochi istanti, rendendo la foto ancora più interessante.
Il risultato finale è stato super convincente, ed ha trasformato una foto blanda e scattata male, in una foto molto più interessante. Certo, viene da chiedersi che fine farà la fotografia tradizionale, ma onestamente bisogna anche rendersi conto di come la tecnologia va avanti, ed imparare ad accettare e convivere con l’evoluzione che la stessa sta avendo negli ultimi anni, anche se si viaggia alla velocità della luce.
Made you look
Un’altra funzione che ci è piaciuta da morire è stata “Made you look“, specifica esclusiva del Fold, dato che sfrutta lo schermo esterno per funzionare.
Tante volte vi sarà capitato di provare a fare una foto ad un bimbo, con il risultato che quest’ultimo guardasse ovunque tranne che in camera.
Tra elementi distrattivi, e zii che non hanno ancora capito che se fanno “gu gu ga ga” alle vostre spalle il bambino guarderà loro e non la fotocamera dello smartphone, ci si mette di mezzo Google, che sfrutta intelligentemente lo schermo esterno per mostrare al bimbo immagini che catturano la sua attenzione, facendolo finalmente guardare il vostro smartphone, e non lo zio rompiscatole.
Una soluzione così semplice ma pratica e geniale, che farà la felicità di tanti genitori.
Conclusioni
Ad essere sinceri, ci sarebbe ancora tanto da dire su questo evento, che è stato letteralmente pieno zeppo di novità, ma non vogliamo essere troppo prolissi, ed abbiamo optato per un qualcosa di più leggero (e, speriamo, divertente da leggere) e scorrevole, dato che non mancherà occasione di parlare ancora di alcune funzioni che abbiamo tagliato fuori in ulteriori articoli di approfondimento.
Ovviamente non vediamo l’ora di mettere le mani sui nuovi Pixel e darvi le nostre impressioni a riguardo.
Che dire però… ottimo lavoro Google, è stata davvero una bella conferenza, a differenza dell’I/O di cui ancora non riusciamo a dimenticare l’intro.
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