L’organizzazione austriaca per la privacy NOYB, guidata dall’attivista Max Schrems, ha presentato una serie di denunce contro diverse aziende tecnologiche cinesi, tra cui TikTok, Xiaomi, Shein, AliExpress, Temu e WeChat, per violazioni del GDPR (Regolamento generale sulla protezione dei dati).
NOYB accusa queste aziende di aver condiviso illegalmente informazioni sugli utenti europei con soggetti in Cina, un paese considerato “uno stato di sorveglianza autoritario”.
Le denunce riguardano il trasferimento illegale di dati verso la Cina, pratica vietata dal GDPR a meno che il paese di destinazione non garantisca un livello di protezione dei dati equivalente a quello europeo. NOYB sostiene che le aziende cinesi non possono garantire tale protezione e che i dati degli utenti europei sono a rischio di accesso da parte del governo cinese. L’organizzazione chiede la sospensione immediata del trasferimento dei dati e multe fino al 4% del fatturato globale delle aziende coinvolte.
Questa azione di NOYB segna un cambio di rotta nella sua battaglia per la privacy. Dopo aver preso di mira giganti americani come Apple e Meta, l’organizzazione si concentra ora sulle aziende cinesi, e vuole lottare contro i rischi legati al trasferimento di dati verso un paese con un sistema politico e giuridico molto diverso da quello europeo.
L’attenzione dell’Europa si sposta dunque dalla Silicon Valley al gigante asiatico, in un contesto geopolitico sempre più complesso.
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