Siamo sicuri di poterlo chiamare ancora “riconoscimento facciale”?

Siamo sicuri di poterlo chiamare ancora “riconoscimento facciale”?

L’applicazione Google Photos ha sicuramente uno degli algoritmi di riconoscimento più potenti al mondo. Con gallerie grandi centinaia di migliaia di foto, riesce a creare album riconoscendo persone (ed animali) in maniera veloce e precisa, facendo pochissimi errori, anche durante l’arco della vita, riconoscendo anche la crescita del soggetto stesso.

Ma in Androd Authority, però, ci segnalano una cosa semplicemente incredibile: Marcel, uno dei soggetti memorizzati nella libreria della persona in questione, è stato riconosciuto anche di spalle.

Sarà stato lo zainetto? I capelli? Il profilo? Poco conta come abbia fatto, Photos ha fatto un lavoro incredibile.

L’autrice dell’articolo ci racconta che adora fare foto del marito “da dietro”, mentre fa hiking, cammina, o posa di fronte a dei bei paesaggi. Normalmente queste foto non vengono riconosciute, non essendoci, appunto, un volto da comparare con il resto della libreria.

Da poco, invece, Marcel è stato identificato non solo nelle foto recenti, ma anche in quelle più datate.

Questo potrebbe essere accaduto per due ragioni, o Photos ha iniziato a riconoscere caratteristiche più dettagliate come forma della testa, conformazione delle orecchie, capelli, ecc, oppure sta determinando il soggetto in base a posizione, data e orario e magari anche vestiti indossati.

Il riconoscimento non sempre è andato a buon fine (ma in questo caso basterà forzare il riconoscimento), ma l’autrice ha anche notato che tante foto degli anni passati in cui il volto era mascherato o parzialmente visibile, sono state riconosciute ed associate al soggetto.

Un miglioramento non da poco, quello di Google Photos, che si conferma essere la migliore piattaforma per gestire i propri album in cloud.

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