TikTok: la storia di un ban durato mezza giornata

TikTok: la storia di un ban durato mezza giornata

Negli uffici di ByteDance, l’azienda cinese dietro TikTok, non deve aver tirato una buonissima aria da qualche mese a questa parte. Come probabilmente già ben saprete, il social network dei video brevi ha avuto una spada di Damocle sulla testa per svariato tempo, con l’incombenza, negli Stati Uniti, di un ban che inizialmente è iniziato come “semplice” indagine, per poi sfociare nella classica sinofobia americana, la stessa che ha portato al ban di Huawei in territorio statunitense.

Quella che segue è a grandi linee la storia del ban più veloce della storia. Vediamo come sono andate le cose e se a noi europei frega effettivamente qualcosa.

Momenti di qualità su TikTok

I motivi dietro la minaccia di divieto

La popolare piattaforma di condivisione video TikTok ha iniziato ad attirare l’attenzione delle autorità statunitensi diversi mesi fa, in quanto considerata una potenziale minaccia alla sicurezza nazionale.

La preoccupazione principale riguardava la possibilità che dati sensibili degli utenti fossero accessibili da entità estere, dato che TikTok è di proprietà di una società con sede al di fuori degli Stati Uniti. Questi dubbi hanno spinto figure politiche e agenzie governative a proporre misure per limitare o bloccare la diffusione dell’app, con l’obiettivo di proteggere le informazioni personali di milioni di cittadini.

Ok, boomer.

L’annuncio imminente del divieto

Con l’avvicinarsi della data limite stabilita dal governo, le voci di un divieto ufficiale si sono fatte sempre più insistenti. In questa fase, TikTok ha tentato di rassicurare gli investitori e gli utenti, affermando di essere al lavoro per raggiungere un accordo con le autorità.

La mancanza di sicurezze, però, ha rapidamente alimentato una situazione di incertezza: le principali piattaforme di distribuzione di app hanno ricevuto istruzioni contraddittorie, e i creatori di contenuti si sono ritrovati nell’indeterminazione riguardo al futuro dell’app, tant’è che c’è stato un esodo di massa verso applicazioni alternative.

L’entrata in vigore del ban

Quando il divieto è definitivamente entrato in vigore, gli utenti statunitensi si sono trovati impossibilitati a scaricare o utilizzare l’app. TikTok è stato rimosso dagli store digitali e coloro che avevano già l’app sui propri dispositivi hanno ricevuto messaggi di notifica che ne annunciavano la temporanea indisponibilità.

Questa decisione senza precedenti ha sollevato molte polemiche, non solo da parte dei creatori di contenuti che contavano sull’app per guadagni e visibilità, ma anche dagli utenti che consideravano la mossa un’azione di censura sul libero accesso ai social network.

Il ripristino del servizio

Dopo circa mezza giornata di blocco effettivo, alcuni segnali positivi sono emersi quando il nuovo presidente statunitense, Donald Trump, si è impegnato a riconsiderare la questione.

Le aziende coinvolte nella gestione dei server di TikTok hanno ripristinato l’accesso all’app, spinte dalla promessa di una proroga dei termini o di un accordo che consentisse la prosecuzione del servizio.

L’app è così tornata disponibile gradualmente, pur restando fuori dagli store ufficiali per qualche tempo. Alla fine, l’amministrazione in carica ha trovato una soluzione temporanea, ed ha permesso a milioni di utenti americani di riprendere a utilizzare la piattaforma.

La prospettiva europea

Nel frattempo, in Europa la situazione non ha subito conseguenze immediate, poiché non sono state avanzate restrizioni simili.

Bisogna però considerare che le istituzioni europee potrebbero un giorno decidere di adottare provvedimenti analoghi, qualora emergessero preoccupazioni in materia di privacy o sicurezza nazionale legate a TikTok o a qualsiasi altra app simile.

Gli utenti europei, dunque, non dovrebbero dare per scontato che tali misure siano escluse, poiché la regolamentazione delle piattaforme digitali è in continua evoluzione e potrebbe cambiare drasticamente se la Commissione Europea rivedesse le proprie politiche in modo più restrittivo.

Per ora, comunque, i commissari sono impegnati altrove.

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